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Le problematiche di cui personalmente mi occupo, che mi limito qui a nominare. Preciso che non si tratta di diagnosi ma di aree tematiche con esempi sul possibile stato della persona.

Consulenza e Psicoterapia dell’infanzia

Tutti i grandi sono stati bambini una volta. Ma pochi di essi se ne ricordano (Antoine De Saint-Exupéry)

Le manifestazioni di disagio dei figli che più spesso portano i genitori a rivolgersi a me sono: 1. Disordini dell’area motoria (debolezze psicomotorie, instabilità e/o irrequietezza psicomotoria, tic) 2. Disordini delle funzioni vitali di base: – del sonno (paure notturne, rituali, automatismi, sonnambulismo, incubi); – dell’alimentazione (anoressia, bulimia, alterazioni alimentari); – del controllo sfinterico (enuresi, encopresi) 3. Disordini delle attività – segnali di allarme di gravi disadattamenti evolutivi – (aprassia, ecoprassia, manierismi, stereotipie, sospensione cinetica, negativismo, compiacenza) 4. Disordini della comunicazione: – del linguaggio orale ( a prevalenza organica: disartria, dislalia, disfasia); – da fattori misti (balbuzie, disfonia); – a prevalenza psichica – segnali di allarme – (mutismo, logorrea, ecolalia, neologismi, stereotipie); – del linguaggio scritto (agrafia, disgrazia, disortografia, alessia, dislessia); – del linguaggio mimico – segnali di allarme – (eccesso di mimica, carenza di mimica, paramimia) 5. Disordini della coscienza e della conoscenza del proprio corpo (allucinazioni e illusioni corporee, negazione degli stimoli, fenomeni di disgregazione) 6. Disordini dello sviluppo psicosessuale (dell’identificazione psicosessuale, dell’orientamento psicoasessuale) 7. Disordini dello sviluppo affettivo – segnali di allarme – (regressione, immaturità, dipendenze eccessive, indipendenze eccessive, isolamento, inibizioni, agito, ecc…) 8. Il ritardo mentale Il lavoro di collaborazione con altri professionisti. Quando un bambino presenta problematiche che coinvolgono la sfera fisica o una funzione fisiologica (problemi di alimentazione, problemi del sonno, encopresi, enuresi), la collaborazione con il pediatra curante (previo consenso dei genitori) è una condizione di lavoro che ritengo fondamentale.
Quando si manifesta una problematica neurologica (es. epilessia) o che potrebbe avere una base neurologica (es. ritardo nello sviluppo motorio), avviene un lavoro coordinato con il neurologo o con il neuropsichiatra infantile.
Quando vi è un disturbo del linguaggio o una problematica scolastica specifica (di lettura, di scrittura), mi avvalgo della collaborazione della figura della logopedista (esperta nella riabilitazione del linguaggio).
 Quando sia necessario un lavoro sulla relazione ed un supporto all’Io in formazione, senza che sia indicata una psicoterapia, mi avvalgo infine della collaborazione dello psicomotricista. Il modo di comunicare del bambino in presenza dello psicologo Il bambino si esprime non solo attraverso la parola ma anche (specie se in età prescolare) tramite il gioco ed il disegno, che divengono canali importanti di comunicazione tra bambino e psicologo. Sia il gioco che il disegno permettono infatti al bambino di esprimere più liberamente le proprie angosce, i propri conflitti, il proprio modo di vedere il mondo, se stessi, i familiari, i coetanei, gli altri in genere.

Consulenza e Psicoterapia dell’adolescenza

Sappiamo ciò che siamo ma non quello che potremmo essere (William Shakespeare)

Più che riportare le diverse diagnosi di cui mi occupo, ritengo utile presentare i segnali importanti di stati di sofferenza, il cui senso va compreso caso per caso, per cui è l’adolescente a richiedere una consulenza psicologica, tra i temi di disagio ci possono essere: •    crisi rispetto alla propria identità (chi sono?, cosa provo?, non mi riconosco più?); •    crisi rispetto al proprio progetto di vita (non so in che direzione andare, non so cosa voglio); •    stati di isolamento (sono completamente chiuso in me stesso, non me la sento di uscire di casa, tutto mi terrorizza) •    traumi (ad esempio: traumi singoli come incidenti per cause umane o naturali, traumi sessuali vissuti nell’infanzia o nell’adolescenza, maltrattamenti fisici, lutti in età adulta o vissuti nell’infanzia/adolescenza, traumi “minori” ma condizionanti lo sviluppo della personalità). •    disagio nelle relazioni con i coetanei (sono timidissimo, mi arrabbio con tutti, non conto per nessuno; nessuno mi ascolta, non riesco a farmi degli amici, non sto più bene con gli amici di sempre); •    sofferenze in campo amoroso (sono stato lasciato, nessuna mi vuole, ho il terrore del sesso); • disagio rispetto al proprio corpo (non mi piaccio per nulla, mi sento grasso, ho questo difetto che non riesco ad accettare, sono cambiato e non mi accetto come sono ora); •    dubbi sulla propria identità sessuale (non so se sono attratto dalle ragazze o dai ragazzi, faccio pensieri su quelli del mio stesso sesso, ho paura di essere gay, ho paura di essere lesbica); •    tensioni con i genitori (non mi capiscono, non sanno quello di cui ho bisogno, mi trattano come un bambino, invadono i miei spazi, non mi lasciano crescere, non li sopporto più); •    problemi a scuola (non mi importa nulla della scuola, non mi piace quello che faccio, non riesco a dimostrare che sono capace, non riesco a concentrarmi, sembro stupido); •    angosce e paure (ho il terrore di stare da solo, mi blocco, ho il terrore dei giudizi); •    ossessioni (non riesco a non pensare a queste cose che mi vengono in mente senza che io possa controllarle, mi lavo le mani i continuazione, accendo e spengo la luce in continuazione); •    pensieri autodistruttivi (ho pensato di suicidarmi, penso di farmi del male); •    gesti autodistruttivi (più evidenti come i tentati suicidi o più sfumati come l’anoressia) (ho tentato di uccidermi, mi ferisco, non mangio, vomito di proposito, sono spericolato, mi faccio, bevo); •    somatizzazioni ossia stati di malessere fisico per cui è stata constatata (ad esempio dal medico curante, dal pediatra o dallo specialista) l’assenza di una causa organica alla base (ho sempre mal di testa, mi brucia lo stomaco, mi si irrita la pelle); •    rabbia (sono pieno di rabbia, sovente perdo il controllo, odio tutti, salto su come una molla).

Consulenza e Psicoterapia con adulti

Coloro che sognano di giorno sanno cose che sfuggono a coloro che sognano di notte soltanto (Edgar Allan Poe)

Le problematiche di cui personalmente mi occupo (che mi limito qui a nominare; preciso che non si tratta di diagnosi ma di aree tematiche con esempi sul possibile stato della persona): •    Stati di ansia (ansia che riguarda specifiche situazioni di vita, oppure specifici ambiti della propria vita; ansia che pervade ogni momento della propria giornata; ansia che limita la propria vita; ansia che limita la libertà di movimento; paura specifica verso una particolare situazione); •    Depressione e stati depressivi (tristezza profonda; senso di vuoto; senso di inutilità; fatica nell’affrontare la vita di tutti i giorni; sintomi fisici come mancanza di appetito, insonnia, stanchezza, spossatezza); •    Rimuginazioni ossessive o ripetizione ossessiva di atti (pensieri percepiti come intrusivi e incontrollabili che si ripetono e che non si riesce ad allontanare dalla propria mente; dubbi sull’aver o non aver compiuto un determinato gesto come chiudere il gas, la porta etc; ripetizione di gesti che si ha la sensazione di non riuscire ad evitare come lavarsi le mani, accendere e spegnere la luce, etc.) •    Traumi (ad esempio: traumi singoli come incidenti per cause umane o naturali, traumi sessuali dell’età adulta o vissuti nell’infanzia/adolescenza, maltrattamenti fisici, lutti in età adulta o vissuti nell’infanzia/adolescenza, traumi “minori” ma che hanno condizionato lo sviluppo della personalità) •    Somatizzazioni, ossia stati di malessere fisico per cui è stata constatata (ad esempio dal medico curante o dallo specialista) l’assenza di una causa organica alla base (mal di testa frequente; gastriti; sfoghi o irritazioni cutanee); •    Disturbi dell’alimentazione (anoressia; bulimia; obesità psicogena) •    Problemi sessuali (mancanza di desiderio sessuale; assenza di piacere; difficoltà di vario tipo durante l’atto sessuale) •    Difficoltà nelle relazioni sentimentali (timore del coinvolgimento affettivo; difficoltà a creare relazioni sentimentali stabili; difficoltà nella relazione sentimentale attuale •    Difficoltà nelle relazioni interpersonali (timore del giudizio altrui; forte timidezza che genera inibizione; sentirsi bloccati; frequenti vissuti di rabbia; timore della dipendenza; paura della competizione) •    Difficoltà con la famiglia di origine (rapporti tesi con la propria famiglia di origine; difficoltà rispetto al conseguimento di una propria vita adulta autonoma rispetto alla famiglia di origine) •    Problemi di autostima (insicurezza marcata in uno o più aspetti della propria vita; non ritenersi all’altezza; non considerarsi di valore; non sentirsi considerati dagli altri) •    Problematiche “esistenziali” (difficoltà a trovare un senso alla propria vita; difficoltà ad individuare un proprio progetto di vita) •    Infertilità (problematiche emotive relative all’infertilità, impatto psicologico delle terapie mediche, infertilità senza cause organiche e a presumibile carattere psicogeno) •    Situazioni di lutto (problematiche emotive rispetto a lutti attuali; difficoltà nell’elaborazione di un lutto passato) •    Problematiche emotive connesse alle malattie organiche (problematiche psicologiche connesse a malattie come i tumori o le malattie autoimmuni. Da un lato ci sono le problematiche di chi è malato, come: difficoltà relative alle trasformazioni corporee, angosce relative alla condizione di pericolo per la propria vita, difficoltà di comunicazione, insorte in seguito alla malattia, con le persone affettivamente vicine; da un altro lato ci sono le problematiche psicologiche dei familiari della persona malata).

Consulenza e Psicoterapia di coppia

Non passa giorno in cui un uomo non debba decidere. Tra quello che vuole e quello che ha paura di perdere. (Robert Cray)

Le problematiche di coppia di cui mi occupo Alcuni differenti momenti delle fasi della vita di coppia possono portare più comunemente crisi di diversa natura. In particolare tra le aree di cui mi occupo ci sono gli stati di crisi che riguardano:     •    CONFLITTI DELLA COPPIA E DIFFICOLTÀ NELLA COMUNICAZION •    Il passaggio dall’innamoramento all’amore: la fase di innamoramento porta una naturale idealizzazione del partner (quando tutto sembra perfetto, quando lui/lei sembra il/la compagno/a perfetto/a). Quando ci si conosce più intimamente, nasce una visione più realistica del partner (vengono viste le caratteristiche che possono non piacerci dell’altro). Se questo processo comporta una delusione troppo elevata rispetto all’idillio iniziale, ecco la crisi. •    La convivenza o il matrimonio: iniziare a vivere sotto lo stesso tetto implica una condivisione di tempi e spazi assai più elevata. Questa nuova condizione può scatenare in alcuni sensazioni di “perdita della propria indipendenza”, di “legame che soffoca”.     •    DEMOTIVAZIONE E DISINVESTIMENTO, DI UNO O DI ENTRAMBI I MEMBRI, NELLA COPPIA     •    DIFFICOLTÀ NELLA FUNZIONE GENITORIALE Diventare genitori: è l’arrivo di qualcuno, che può essere più o meno desiderato, ma che comunque irrompe nel rapporto di coppia con i suoi bisogni di neonato. Affrontare l’adolescenza dei figli: questa è una fase della vita dei figli che mette particolarmente in discussione i genitori come individui e come coppia e che può scuotere gli equilibri familiari e di coppia. L’effetto del “nido vuoto”: quando i figli se ne vanno di casa per costruire una propria vita indipendente e la coppia si ritrova a vivere nuovamente nella sola dimensione a due cui potrebbe in qualche modo essersi disabituata, specie se i due partner hanno investito per anni quasi unicamente sul loro ruolo genitoriale a scapito della loro relazione di coppia.     •    PROBLEMI NELLA SFERA SESSUALE •    Le problematiche legate alla sfera sessuale: possono assumere forme, significati e conseguenze diverse all’interno della coppia da considerare di volta in volta. •    Le problematiche connesse all’infertilità: quando una coppia si trova ad affrontare il problema dell’infertilità, le angosce e il senso di inadeguatezza possono irrompere nel rapporto tra i partner. Quando vengono intrapresi percorsi di procreazione medicalmente assistita (PMA), possono insorgere, accanto al sentimento di speranza, anche emozioni difficili da vivere quali: rottura dell’intimità della coppia per l’invasività dei trattamenti, dolore e delusione rispetto agli insuccessi delle cure, perdita del piacere rispetto alla sfera sessuale.     •    LA MALATTIA GRAVE DI UNO DEI PARTNER Possono svilupparsi modificazioni sostanziali dei delicati equilibri di coppia (ad esempio connessi al tema della dipendenza), che disorientano i partner rispetto al loro modo di relazionarsi antecedente la malattia. In particolare possono nascere blocchi nel dialogo di coppia, per timore ad esempio di manifestare all’altro le angosce legate al tema della sofferenza fisica e della morte.     •    PSICOTERAPIA DEL DIVORZIO È rivolta a quelle coppie che hanno deciso di separarsi o che addirittura sono già separate e devono affrontare il divorzio. Questa offre agli ex coniugi l’opportunità di dare un senso alla loro storia di coppia, di gestire in maniera più efficace il conflitto, di svolgere al meglio la funzione genitoriale – qualora ci siano dei figli – e di restituire a ciascuno quella fiducia nel legame che potrà permettere di intraprendere nuove relazioni.     •    MEDIAZIONE FAMILIARE E CONSULENZA IN SEPARAZIONE/DIVORZIO La mediazione familiare si configura come l’intervento di un professionista “neutrale” nel conflitto che si accompagna al processo di separazione e di divorzio. 
Essa offre ai coniugi un contesto strutturato atto a favorire le potenzialità evolutive della crisi e del conflitto, anche in funzione dello  sviluppo e della maturazione dei figli. 
Differisce da un intervento psicoterapeutico in quanto si propone di affrontare gli eventuali problemi concreti che sorgono intorno alla divisione dei beni, all’affidamento dei minori ed alla loro educazione, alla determinazione delle contribuzioni a favore del coniuge e della prole, all’assegnazione della casa coniugale, agli accordi sui periodi di visita ai figli per il genitore non affidatario.

Consulenza e Psicoterapia familiare

Né io né l’altro siamo al centro dell’universo: al centro vi è un terzo: la relazione tra io e tu (Von Foester)

La terapia familiare è una forma di relazione d’aiuto e di sostegno psicologico ed emotivo fornita a tutta la famiglia. L’operatore aiuta i vari membri ad entrare in contatto tra loro, ad affrontare i contenuti che via via emergono esplorando insieme le emozioni ad essi connesse. Lo scopo è quello di fornire alla famiglia una lettura diversa delle dinamiche relazionali presenti al loro interno modificandole, dove necessario, attraverso la presa di coscienza della famiglia stessa. Possono essere utilizzati strumenti relativi all’approccio sistemico-relazionale, quali genogramma, LTP, disegno congiunto, collage, video-play, sculture familiari, ed altre tecniche, al fine di favorire un processo di cambiamento nella diverse fasi di impasse.

Mindfulness Psicosomatica e EMDR

Γνῶθι σεαυτόν “Conosci te stesso” (Socrate)

Attraverso un lavoro nel corpo si lavora sul trauma e sull’essere consapevoli di se stessi. Mindfulness, che letteralmente significa “pienezza della coscienza”, è uno stato di consapevolezza del presente senza giudizi. La mindfulness è la tecnica base per sviluppare una consapevolezza “psicosomatica” di Sé da cui parte l’intero percorso di benessere psicofisico, orientato alla liberazione dei blocchi e alla crescita personale.  La mindfulness è una tecnica molto semplice ed essenziale per sperimentare una consapevolezza in cui scompare la divisione tra corpo, emozioni e mente ed emerge uno stato di silenzio, pace e benessere.

EMDR

L’EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing, Desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari) è un trattamento specialistico scoperto nel 1989 dalla psicoterapeuta americana Francine Shapiro, per il lavoro sul trauma.
Utilizzato in origine per la cura dei ricordi traumatici ha avuto negli anni abbondanti ricerche cliniche che hanno coinvolto psicoterapeuti, ricercatori della salute mentale e neurofisiologi.
Oggi è considerato il trattamento evidence-based (basato su evidenze scientifiche) per il Disturbo da stress Post Traumatico, validato da più ricerche e pubblicazioni di qualunque altra psicoterapia nel campo del trauma.
L’EMDR è approvato, tra gli altri, dall’American Psychological Association (1998-2002), dall’American Psychiatric Association (2004), dall’International Society for Traumatic Stress Studies (2010), dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (2002) e dal nostro Ministero della Salute (2003).

In quali occasioni utilizzarla?
L’EMDR, nasce come trattamento utile alla cura del Disturbo Post-Traumatico da Stress. Questo significa che è stato strutturato originariamente per intervenire su quelle persone che hanno vissuto uno o più eventi traumatici gravi quali aggressioni, abusi, violenze fisiche o psichiche, incidenti, grandi catastrofi naturali o generate dall’uomo (conflitti bellici).
A lungo termine, l’EMDR è stata sperimentata anche in situazioni che presentano altri tipi di problematiche più comuni come, ad esempio, le fobie e i disturbi di ansia in generale, i lutti (specie se improvvisi), i disturbi alimentari, malattie oncologiche e stati stressanti che si convertono in disfunzioni fisiche, come quelle sessuali.
In questi e in altri casi, l’utilizzo del trattamento sia in singolo, che integrato all’interno di un percorso terapeutico tradizionale, può fornire un adeguato sostegno e si rivela di grande aiuto.

Come funziona?
Una volta Individuato il ricordo, si chiede al paziente di concentrarsi su di esso e di seguire i movimenti delle dita che velocemente si spostano da destra a sinistra e si chiede poi di riferire cosa nota.
Quando si vive una esperienza traumatica e dolorosa che non si riesce a dimenticare e ci ossessiona, il ricordo di quel vissuto traumatico si congela e non si riesce ad elaborare. Questo ricordo continuerà a cortocircuitare nel nostro cervello generando ansia e una serie di sintomi spiacevoli.
In parole semplici, mentre il soggetto è concentrato contemporaneamente sul “ricordo, i movimenti oculari, le sensazioni corporee e quelle emotive”, gli emisferi celebrali si attivano in modo tale da sbloccare il suddetto ricordo e rimetterlo “in circolo”, stimolando la formazione di nuove connessioni neurali e quindi nuovi significati utili.
Alla fine di una o più sedute, le connotazioni negative legate al ricordo svaniscono e vengono sostituite con sensazioni neutre, se non positive.

Per maggiori approfondimenti consultare il sito nazionale:
http://emdr.it/

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